Definizione di capitalismo
La proprietà privata è il proprietario dei mezzi di produzione. Partecipazione statale bassa
Nel capitalismo i mezzi di produzione e distribuzione sono di proprietà privata e hanno uno scopo di profitto specifico, nel frattempo, la decisione di offerta, domanda, prezzi, distribuzione e investimenti non è definita dal governo al potere, ma è il mercato stesso che fa questa definizione.
I profitti provengono solo dai proprietari dei mezzi di produzione
I profitti, da parte loro, sono distribuiti tra i proprietari dei mezzi di produzione e parte di essi è investita nell'azienda e nel pagamento dei salari ai lavoratori. Naturalmente, i lavoratori non hanno alcuna interferenza nei profitti ottenuti, essendo questa una delle grandi bandiere che il comunismo ha storicamente sollevato nella sua lotta faccia a faccia contro il capitalismo.
Dobbiamo dire che dal diciottesimo secolo il capitalismo si è imposto come regime socioeconomico in tutto il mondo.
Gli attori che intervengono per il suo corretto funzionamento
L'operazione del capitalismo richiede la presenza di vari attori per essere in grado di funzionare in conformità, tra questi dobbiamo sottolineare i mezzi sociali e tecnologici che sono essenziali per garantire il consumo e valorizzare il capitale; al datore di lavoro o al proprietario dei mezzi di produzione; i dipendenti che, in cambio di uno stipendio, vendono i loro lavori ai proprietari; e i consumatori, che sono coloro che consumano ciò che viene prodotto per soddisfare bisogni o necessità. Questo meccanismo oliato è ciò che consente il mantenimento di questo sistema e la continuazione della produzione di ricchezza.
Disuguaglianza sociale, una delle principali critiche contro il capitalismo
Ora, dobbiamo dire che, così come ha molti seguaci, il capitalismo ha molti detrattori, soprattutto perché sostengono che il capitalismo è il sistema di leggi economiche che governa il mondo oggi e che si basa sull'esistenza di alcuni elementi che consentono l'accesso a importanti guadagni per una parte della popolazione, ma che si sommano a livelli profondi di povertà per gran parte di essa.
Origine e storia
La nascita o lo sviluppo iniziale del capitalismo può essere localizzata storicamente nel momento in cui gli stati feudali iniziarono a cadere e le città europee (principalmente quelle italiane) iniziarono a stimolare l'uso del commercio come principale attività economica (dal XV secolo e XVI).
Questa situazione ha permesso l'emergere di un nuovo gruppo sociale, la borghesia (o quelli che vivevano nei quartieri o nelle città), che ha iniziato a basare il proprio potere sul proprio lavoro e sui margini di profitto che ha lasciato, invece che su Diritti divini o ancestrali stabiliti come in passato con nobiltà o regalità. Gli storici e gli economisti dividono la storia del capitalismo in tre grandi periodi o fasi: quella del capitalismo mercantile (XV al XVIII secolo), quella del capitalismo industriale (XVIII e XIX secolo) e quella del capitalismo finanziario (XX e XXI secolo).
Sistema che privilegia il mercato e limita le interferenze statali
Il capitalismo si basa sull'esistenza di un sistema di mercati e capitali che limita le interferenze agli Stati e che, secondo le teorie liberali, deve essere gestito da solo, cioè dal flusso di capitale tra una regione del pianeta e un altro. Sebbene questa nozione di libero mercato sia collegata alla libertà di negoziare e generare ricchezza, implica anche un quadro normativo piuttosto debole e altamente caotico in situazioni di crisi (che sono periodiche e, in generale, molto forti).
Vantaggi del sistema e più critiche
Nell'aspetto sociale, il capitalismo è stato compreso dai suoi più fedeli difensori come il primo sistema socioeconomico che dà piena libertà all'individuo di avere successo in base alle sue possibilità e non ai privilegi ancestrali stabiliti. Tuttavia, coloro che criticano questo sistema di proprietà privata, il consumo esagerato e la proprietà della comunità, sostengono che il capitalismo non è altro che un'altra forma di sfruttamento (questa volta velato), poiché implica che per alcuni ottenere profitti in abbondanza, Altri devono essere sfruttati, dominati e oppressi in tutti gli aspetti della loro vita.
Disuguaglianza economica e danno ambientale
Oggi, il sistema capitalista è quello che guida realmente la maggior parte delle attività del mondo e i suoi effetti negativi sono visibili non solo a livello sociale, ma anche a livello culturale ed ecologico.
La disuguaglianza economica che esiste oggi in molte società è sempre attribuita al capitalismo e ai suoi effetti.
Ora, anche se è un dato di fatto che in molti casi può avere un impatto, ci sono anche responsabilità dirette dello stato, a causa della sua inazione o cattive politiche nel generare quella disuguaglianza sociale.
Ma non solo a livello sociale vengono attribuite enormi catastrofi, ma al capitalismo viene anche attribuita una grande responsabilità in materia di danno ambientale poiché in quell'entusiasmo crescere e produrre costantemente è impossibile che a un certo punto finiscano per esaurire risorse che non possono essere rinnovate.