Definizione di stato della natura
Lo stato della natura secondo John Locke
Questo filosofo britannico del XVIII secolo credeva che gli esseri umani originariamente vivessero in pace, agissero liberamente e avessero un atteggiamento di reciproca collaborazione. L'unica legge che rispettavano era la legge naturale, cioè l'idea che nessuno avrebbe dovuto danneggiare gli altri. Locke ha capito che la ragione umana è in grado di comprendere questa Legge naturale di base e, pertanto, è necessario imporne l'adempimento.
Secondo Locke, affinché gli uomini non violino la legge naturale, è necessario stabilire un accordo tra l'intera società. Il patto tra individui è nato per salvaguardare la libertà naturale e la proprietà individuale. Con queste premesse sullo stato della natura, Locke sostiene che la forma di governo più adatta a tutta la società è il liberalismo basato sulla divisione dei poteri.
Lo stato della natura secondo Thomas Hobbes
Questo filosofo britannico del XVIII secolo rifletté anche sul concetto di Stato della natura dell'uomo al fine di legittimare la forma di governo più adatta. Hobbes parte dall'ipotetico presupposto che l'uomo vivesse in uno stato di guerra permanente, poiché l'essere umano è, nelle sue parole, un lupo per l'uomo. In questo costante stato di guerra, gli individui hanno bisogno di un corpo sociale in grado di articolare una società giusta.
Di conseguenza, gli individui devono concordare tra loro di rinunciare alla loro naturale propensione allo scontro e per questo accettano di cedere il governo a un monarca assoluto. Così, Hobbes divenne il teorico dell'assolutismo politico, la forma di governo che consente di mantenere la legge naturale di tutti contro tutti.
Lo stato della natura secondo Rousseau
Rousseau è un filosofo nato a Ginevra nel 1712. Condivide con Locke e Hobbes l'idea di un contratto sociale tra uomini come base per legittimare una forma di governo. Tuttavia, la sua visione dello stato di natura è chiaramente diversa. Rousseau sosteneva che l'uomo incivile viveva secondo i suoi istinti, essendo l'uomo un animale solitario e puro che rispondeva ai suoi bisogni fondamentali.
L'uomo allo stato naturale non è né buono né cattivo, ma è completamente integrato nella natura in uno stato di innocenza. Nella vita nello stato di natura, l'uomo ha vissuto felicemente, ma la divisione nel lavoro e l'apparenza della proprietà privata hanno reso la coesistenza più complessa e difficile.
Pertanto, l'uguaglianza e la felicità naturali hanno cominciato a indebolirsi. Questo crea una situazione di diffusa corruzione dell'esistenza. Per superare questa degenerazione della vita nella società, Rousseau ha proposto la necessità di un patto, un contratto sociale che ponga fine alle disuguaglianze. Questo contratto sociale deve essere basato sulla libertà di decidere tra tutti, quindi la democrazia è il sistema di governo che meglio si collega con l'autentico Stato della Natura.
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